La Cineterapia

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Il cinema come strumento di promozione ed evoluzione umana,

e di benessere bio-psico-sociale 

Non c’è nessuna forma d’arte come il cinema

per giungere alla coscienza, scuotere le emozioni

 e raggiungere le stanze segrete dell’anima.
Ingmar Bergman

 

Il cinema è il fattore culturale, alla portata di tutti e che entra in tutte le case.

Il cinema è cultura, resa piacevole perché veicolata e introiettata dalla dimensione psico-affettiva ed emozionale.

La Cultura già per Platone, Aristotele e Cicerone è il motore della civiltà e trova il momento di massima espressione evolutiva nell’Illuminismo con l’identificazione dei principi etici della democrazia: libertà, uguaglianza e fraternità.

La cultura è dunque “l’eredità sociale” e il cinema, la settima arte, costituisce quella biblioteca che trasmette tale eredità tra le generazioni mediante il vissuto e i sentimenti che ci fanno immergere nelle varie epoche e nelle più multiformi vicende umane.

L’universo delle immagini e del sonoro umanizzano l’uomo costituendo una sorta di laboratorio permanente in cui si sogna, si impara a vivere, ci si sente meno soli e si diventa parte di un progetto di vita.

 

La Cineterapia è uno strumento di crescita individuale che avvia un percorso di autoconoscenza  (il socratico“conosci te stesso”), che è l’obiettivo di tutte le psicoterapie che aiutano le persone a vivere meglio.

Il termine terapia, incluso nella parola Cineterapia, non va inteso come un atto medico o psicologico che comporterebbe una diagnosi e una tecnica terapeutica, ma va inteso come un piacevole processo autogeno di trasformazione dell’inconscio, tant’è che il Cinema appartiene alla categoria dell’entertainment.

La Cineterapia è uno strumento prezioso nelle mani di psicoterapeuti specializzati, in quanto è un metodo terapeutico di conoscenza di se stessi.

Tutti gli esperti e gli operatori del cinema, sono concordi nel ritenerlo uno degli strumenti di comunicazione più potenti ed efficaci della nostra epoca.

La Cineterapia è un percorso di gruppo che, attraverso la condivisione dei vissuti, attiva il cambiamento mediante processi cognitivi, emotivi, corporei e propriocettivi del linguaggio sensoriale, costituendo lo stimolo efficace ed adeguato per far emergere le potenzialità innate di ogni persona inserita nel suo particolare contesto sociale.

Specialmente alcuni film, comici o sentimentali, liberano gli ormoni e le endorfine che promuovono la sensazione di benessere e di evoluzione umana.

 

IL CINEMA COME ESPRESSIONE DELL’ INCONSCIO

Il  cinema parla direttamente all’inconscio dello spettatore per la sua specifica funzione di farlo risuonare emotivamente di fronte alle immagini filmiche mediante l’identificazione dei neuroni specchio che fanno vivere in prima persona allo spettatore la vicenda umana che gli viene presentata. Ciò mette in risonanza i propri vissuti evolutivi, per cui il cinema svolge la funzione catartica di blocchi emozionali e l’opportunità di comprendere qualcosa in più di noi stessi, superando le rimozioni, le resistenze e le difese dell’Io.

Attraverso le storie narrate nel film, il cinema evoca le storie personali di ciascuno stimolando sensazioni, emozioni, ricordi, insight mediante identificazioni percettive con i personaggi, e proiezione di sé nella situazione filmica del proprio modo di vedere la realtà e se stesso nel feedback. Parlando delle vicende del film lo spettatore fa emergere l’analogia con i propri vissuti o addirittura con i propri traumi, il che fornisce così spunti di discussione e di confronto anche tra persone che hanno difficoltà ad esprimersi.

La potenza dell’immagine cinematografica fa vivere sulla propria pelle molteplici aspetti della propria dinamica affettiva inconscia, sia piacevoli sia  drammatici della vita, anche se non è la propria vita, rendendo possibile condividere  esperienze e scoprire aspetti della realtà personale e sociale, spesso sconosciuti o misconosciuti.

Un’ampia programmazione di film viene selezionata soprattutto con la funzione di stimolare e portare allo scoperto l’inconscio individuale e collettivo. Analizzare insieme le vicende umane e le emozioni stimolate dalla proiezione di un film della nostra cineteca significa capire la vita personale non disgiunta dalla vita sociale. In questa prospettiva psicoterapeutica il cinema si rivela essere realtà e partecipazione all’esistenza, perché non solo coinvolge tutti i sensi del corpo, ma fa intuire i significati profondi intrasoggettivi ma anche socio-culturali, che stanno dietro gli avvenimenti narrati.

La percezione filmica attraverso i sensi dello spettatore, smuove le energie psicosomatiche, attiva gli schemi ideo-motori, per cui il corpo si prepara all’azione in risposta allo stimolo filmico, mediante aumento del tono muscolare e sensoriale (sinestesia). Anche le  emozioni rappresentate dalla mimica degli attori e sapientemente orchestrate dalla colonna sonora, risvegliano negli spettatori emozioni quali: paura, affetti, piacere, gioia, angoscia e sinestesia percettiva che stimola il pensiero.

Per effetto dei neuroni specchio la percezione è un sostituto dell’azione, un’azione mentale, virtuale, psichica che sostituisce l’azione fisica muscolare, dando senso alla vicenda filmica mediante la sintonizzazione empatica con i propri vissuti personali. La sensorialità evocata dal film attiva il riconoscimento speculare nei protagonisti di parti di sé, facilitando nello spettatore le successive interpretazioni per il fatto che tali parti del Self vengono proiettate e lette nelle vicende del film, vissute come se fossero le proprie.  

 

LA CINETERAPIA

La Cineterapia è un’esperienza di crescita personale innovativa, nata negli Stati Uniti e da pochissimo approdata in Italia.

Sulla base del successo ottenuto negli U.S.A. e nei paesi nordeuropei dove il welfare ha a cuore il sociale più svantaggiato, la Cineterapia ha dimostrato di avere una ricchissima potenzialità terapeutica ed una potente suggestione per il fatto che è uno sguardo sull’esperienza mediante la forza dell’immagine e l’emozione del sonoro.

La Cineterapia permette di intervenire nelle varie sfere della personalità, incrementando l’autostima e la conseguente capacità di manifestare e condividere non solo i vissuti razionali ma anche i vissuti emotivi: non solo quindi pensare e riflettere ma anche sentire emozioni ed esprimerle.

Entrando in sintonizzazione empatica con i protagonisti del film, specialmente se attori da noi apprezzati e amati, lo spettatore, mediante l’identificazione proiettiva, riporta le potenzialità terapeutiche della trama del film nel proprio vissuto e nella propria realtà quotidiana.

Che i film possano avere un’influenza positiva o negativa sui ragazzi è cosa nota a tutti i genitori.

Sulla scorta di questa intuizione psicologica, alcuni ricercatori della “John Hopkins University” di Baltimora, hanno studiato le potenzialità terapeutiche del cinema evidenziando quanto la Cineterapia   possa rivelarsi un valido ausilio sia in pazienti in psicoterapia ( e pertanto più disponibili ad un lavoro di introspezione e di espressione emozionale) sia, e questa è forse la notizia più importante e sorprendente, in persone che non hanno mai fatto ne intendono fare un percorso psicoterapeutico, ma solo psicofarmacologico.

La Cineterapia della SMIAB si propone l’obiettivo di aiutare le persone ad aprirsi ad una migliore compartecipazione del proprio vissuto emotivo mediante il confronto con il vissuto emotivo degli altri in risposta alla visione dello stesso film. Questo confronto consente, attraverso un linguaggio condivisibile e di facile ed immediata comprensione come quello cinematografico, di migliorare la qualità della propria vita affettiva, individuale e sociale, ma anche spirituale con il recupero di valori forti.

In questa prospettiva il cinema diviene prezioso strumento di evoluzione umana, portando alla luce quelle risorse umane che altrimenti rimarrebbero congelate nel buio dell’inconscio.

La Cineterapia svolge così l’importante funzione di riportare le persone disagiate o svantaggiate a riappropriarsi delle emozioni e riavvicinarsi maggiormente a se stessi ed agli altri.

Il cinema come Cineterapia interessa perché è la migliore imitazione della realtà e perché attiva l’immaginazione che in moltissimi casi è migliore della realtà stessa.

Vedere e sentire con immagini in movimento, fa percepire a livello corporeo di muoversi senza in realtà muoversi per cui il film si rivela essere lo specchio della vita in movimento. E il movimento crea emozione, perché il nostro cervello ha la capacità di astrazione, di immaginare e sognare attraverso il movimento virtuale che si percepisce nel proprio corpo, creando altre realtà verosimili e terapeutiche.

La valenza terapeutica della Cineterapia è correlata all’immaginario sia individuale che collettivo,  che mediante il desiderio opera lo scambio tra il possibile e il reale, e ciò induce terapeuticamente la soddisfazione simbolica, psicologica ed affettiva del desiderio.  Le immagini in movimento, opportunamente combinate con parole e suoni, vengono vissute come reali. Questo essere al limite tra reale ed immaginario, apre l’accesso emozionale delle metafore, delle immagini, dei simboli e dei miti filmici, che penetrano lo spettatore nella sua intimità e nel suo inconscio.

Il desiderio di cambiare il proprio destino esistenziale è alla base del bisogno di Cineterapia.

 La Cineterapia dà la possibilità di riattivare l’inconscio e il desiderio dello spettatore per mezzo dei meccanismi di identificazione e di proiezione fuori del proprio ambito quotidiano, nella dimensione dell’immaginario dove la triste realtà può essere reinterpretata e vissuta come immaginazione e sogno possibile.

Il meccanismo di proiezione-identificazione, attivato dal desiderio, rende possibile lo scambio di sensazioni ed emozioni tra le strutture soggettive dello spettatore e quelle oggettive del film.

Nello spazio della Cineterapia il principio del piacere, l’inconscio, il preconscio ed il conscio si incontrano stimolando creativamente la mente dello spettatore che si apre al collettivo attingendo a potenzialità innate in continua evoluzione.

La Cineterapia tende a incontrare ed elaborare il disagio esistenziale di tutti, che nella sua complessità e comorbilità viene compreso e sintetizzato in appassionanti filoni di ricerca di sé, come:

  • La riscoperta dei sentimenti – puri, genuini, istintivi, naturali – come reazione ad un mondo eccessivamente pianificato, dove tutto viene predisposto per il consumismo della vita e di sé fino a perdere la spontaneità e la capacità di fronteggiare le insicurezze di fronte all’ imprevedibilità ed alla sorpresa di eventi che ci sovrastano.
  • Imparare a tradurre gli stimoli e le emozioni emergenti dalla visione del film in vissuti comunicabili agli altri.
  • Trovare risposte alla domanda giovanile ansiosa ed urgente sui valori per i quali vale la pena vivere, sognare con il fascino e la forza dell’utopia, lottare, spendersi.
  • Ricerca di una memoria critica del passato per riflettere sull’eredità che ogni generazione rischia di trasmettere alla successiva, alla base del disagio giovanile e del conflitto intergenerazionale.
  • Ampliare la trasmissione del sapere non passando solo attraverso la scuola e la televisione.

Inoltre il cinema è diventato un efficace mezzo di comunicazione, perchè basta citare il titolo di un film per sottolineare, enfatizzare e trasmettere rapidamente  concetti e valori profondi che richiederebbero lunghe dissertazioni,

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Certi film possono toccare dentro e cambiare la vita, facendo sognare e desiderare occasioni ed esperienze percepite come possibili per il proprio Io, perché incontrate nella trama del film.

Il cinema riflette l’immaginario collettivo di una società, di una cultura, di una ideologia e contribuisce a formare la visione del mondo ed i valori ad essa sottesi.

La Cineterapia offre una straordinaria ed innovativa occasione di apertura al mondo, all’altro da sé, al diverso, ed è un grande stimolo all’autoriflessione, all’emozionante riconoscimento di sogni, emozioni, sentimenti che accompagnano la vita e la segnano.

L’immaginario del cinema si configura come uno schermo sul quale ricostruiamo il reale, mediante la proiezione del nostro immaginario e simbolico, delle nostre rappresentazioni, credenze, desideri e paure.

L’identificazione con i personaggi di una storia immaginaria rappresentata dal film rende più semplice parlare di sé “come se” si fosse vissuta in prima persona la emozionante vicenda del film, aumentando o acquisendo ex-novo la consapevolezza dei propri problemi e le sofferenze connesse.

Non tutto si può provare nella vita, per cui attraversare altre esistenze e incontrare nei film altre esperienze di vita arricchisce la propria personalità, rendendo più consapevole il proprio modus vivendi e la propria realtà.

 

PERCHE’ LA CINETERAPIA FUNZIONA A COSI’ AMPIO RAGGIO?

La risposta a questa domanda sta nei meccanismi psicologici sottesi alla Cineterapia.

Le aspettative dello spettatore inducono uno stato di coscienza subliminale, come quello del bambino che si aspetta ed è fiducioso di ricevere un buon nutrimento per la mente e per le emozioni, in linea con l’evoluzione di sé.

Questa disponibilità interiore trova, nel buio e nel silenzio della sala cinematografica, un fattore favorente l’attivazione dell’inconscio personale e poi di quello collettivo con gli altri spettatori presenti in sala che, insieme a noi, stanno partecipando, ognuno con la propria individualità e la propria storia, alla storia che si svolge sullo schermo.

L’attivazione di questi due inconsci (personale e collettivo) consente l’entrare (utilizzando gli strumenti sensoriali più importanti della conoscenza: la vista e l’udito) in connessione preverbale e quindi affettiva ed emozionale col proprio Sé corporeo.

Lo spettatore viene così catturato dalle vicende del film in una sorta di parziale regressione psicologica, che è terapeutica nella misura in cui mette fuori gioco i rigidi meccanismi di difesa dell’Io e apre la strada all’empatia e all’identificazione (immedesimarsi nell’altro vivendo come proprie le sue emozioni).

Il linguaggio emozionale e preverbale del corpo è universale (presente in tutti i tempi e in tutte le culture).

Questo linguaggio si avvale del riconoscimento delle emozioni attraverso la muscolatura facciale e la voce.

Il meccanismo psicologico dell’interiorizzazione, induce il senso di connessione e di appartenenza alle vicende del film: ciò fa vivere intimamente allo spettatore i sentimenti e le emozioni vissuti dagli attori, i quali divengono, per tanto, dei sostituti dell’Io dello spettatore.

Gli spettatori inoltre proiettano le loro parti buone o cattive rispettivamente sui personaggi buoni o cattivi del film.

In ciascuno di noi vi sono delle parti che, a continuo confronto con l’Io ideale o con l’Ideale dell’Io, vengono considerate cattive o non buone. Queste parti vengono proiettate sul cattivo del film: “se il cattivo è fuori di me , io sono più buono di quanto possa essere cattivo; forse addirittura non sono cattivo per niente, anzi sono buono”.

 Questo meccanismo proiettivo funziona anche per le parti buone.  Infatti l’identificazione con l’Eroe che si batte contro il Male, comporta anche l’identificazione con i valori forti che ci mettono in contatto con le potenzialità creative inespresse della nostra personalità.

Con l’identificazione e la proiezione vengono attivati i processi di cambiamento e di guarigione, anche perché l’eroe ha quasi sempre un riconoscimento collettivo alla fine della storia, allorquando ha realizzato conl’azione, il suo profondo desiderio di cambiare gli eventi; desiderio ed azione che gli sono impediti all’inizio della storia.

Questi meccanismi di identificazione e proiezione sono gli equivalenti del transfert psicoanalitico.

La Cineterapia consegue risultati nella prevenzione del disagio esistenziale e nell’empowerment del benessere psicofisico.

Pertanto la Cineterapia si rivolge a tutti coloro che vogliono crescere culturalmente accrescere il proprio benessere bio-psico- sociale, secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Per migliorare la qualità della vita, la Cineterapia agisce sulle potenzialità del Sé sociale e relazionale, ottimizzando le relazioni interpersonali, i rapporti di coppia e di gruppo diminuendo i comportamenti disadattivi.

La condivisione di un film proiettato è una finestra aperta nell’inconscio che, stimolato adeguatamente, risponde con insight (prese di coscienza) che saranno in grado di operare cambiamenti significativi nella direzione di una migliore qualità emozionale e relazionale della vita, proprio come avviene nella terapia di gruppo.

Ciò è possibile perché la capacità di aprirsi e di ricevere sono come muscoli che vanno addestrati ed allenati mediante la coralità di gruppo.

Il setting della Cineterapia è un ambiente in cui ci sia un’atmosfera distesa, cordiale, protetta e amichevole, perché ciò facilita l’emergere e l’accoglienza della valenza intima degli interventi.

L’abilità dei cineterapeuti consiste nel saper gestire la critica polemica che disturberebbe la circolazione di emozioni positive, in modo che i partecipanti possano sentirsi sicuri nel poter esprimere i propri contenuti profondi, senza il timore di essere inascoltati o giudicati.

Eventuali blocchi all’espressione delle emozioni e dei vissuti, se adeguatamente compresi dai conduttori e dai partecipanti, si sciolgono come neve al sole, consentendo di proseguire il percorso evolutivo.

Un cineterapeuta competente stimolare ad esprimersi coloro che tendono a non farlo e deve saper cogliere, da bravo psicoterapeuta, i contenuti latenti e manifesti del film, affinchè i partecipanti possono più facilmente riconoscere nei personaggi e nelle vicende rappresentate le proprie risonanze affettive, le esperienze reali della loro vita e le loro fantasie (spesso inespresse) e, ne possono parlare, senza rendersi conto che mediante l’identificazione con  i protagonisti dei film, stanno parlando di sé.

Un bravo cineterapeuta riesce a creare quello “spazio transizionale  del possibile” (Winnicott) dove l’impossibile della vita quotidiana dello spettatore può divenire possibile mediante l’identificazione con i personaggi e le vicende del film, che spesso incarnano sogni, desideri, ideali di vita e speranze di chi il film sta guardando.

La Cineterapia oltre a stimolare l’autoconoscenza e la motivazione al cambiamento, attiva quello che i terapeuti cognitivisti chiamano “intelligenza emozionale”.

L’intelligenza emozionale per noi permette la conoscenza profonda delle emozioni, la percezione dei sentimenti positivi e negativi e facilita il contatto e le relazione con gli altri.

La Cineterapia si è rivelata essere un ottimo ansiolitico, privo di effetti collaterali e di controindicazioni, in quanto riduce la paura di affrontare la vita inducendo un senso di inferiorità e sviluppando la capacità di dialogo interiore con il proprio Real Self, che è quello spazio interno dove si acquisisce fiducia nel poter realizzare le proprie potenzialità e i propri progetti.

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Alla visione del film segue la fase di discussione con libere associazioni e coinvolgimenti che consentono di esplorare i vissuti personali evocati dal film, nella misura in cui l’immagine filmica risulta molto più potente di mille parole.

La discussione adeguatamente gestita da esperti diviene un momento terapeutico se pilotata sul versante dell’autocoscienza e della condivisione della propria esperienza evocata proiettivamente nelle vicende dei protagonisti del film.

L’abilità dei nostri conduttori risiede nel suscitare interrogativi personali, più che nel fornire risposte generiche ed astratte, in relazione agli input del film; ciò crea uno spazio relazionale e di condivisione dei vissuti emozionali e cognitivi stimolati dal film, e consente a ciascuno di vedere qualcosa di sé con gli occhi di un altro, e di scoprire qualcosa di sè che non era mai riuscito a intravedere da solo.

I nostri cineterapeuti sono competenti anche nel riconnettere tra loro i vari piani vissuti dagli spettatori, facendo emergere contraddizioni o convergenze tra le opinioni che vengono espresse, alla luce della complessità e della stratificazione che ogni film porta con sé e che risveglia nella totalità degli spettatori.

La grande differenza dei meccanismi di difesa dell’Io e delle resistenze relative ai propri problemi personali rendono a volte difficile avere idee chiare dopo aver visto un film e non sempre è agevole esprimere la propria opinione.

Le situazioni esistenziali narrate dal film aprono a molteplici percorsi interpretativi, per cui va incoraggiato quello più rispondente al vissuto dello spettatore sulla base dell’incontro con l’altro, della riflessione su se stessi e sul mondo, del recupero di energie addormentate al fine di cambiamenti, sul desiderio di conoscenza per la costruzione di un nuovo progetto di vita, accogliendo i cambiamenti del mondo in continua trasformazione. Tutti questi punti sono presenti, in vari modi, nei diversi film come strutture archetipiche, e quindi contemporaneamente presenti nei grandi racconti filmici come nell’esperienza di ciascuno di noi (abbandono, tradimento, violenza, avventura, morte, amicizia, potere, destino, amore, ecc.).

La discussione dunque sblocca momenti di stallo aumentando la consapevolezza e l’autoconoscenza rispetto agli eventi di vita narrati nel film, che ci hanno toccato dentro e che abbiamo vissuti come nostri. Ciò migliora la comunicazione con sé stessi e con gli altri, e aiuta a trovare risposte più creative ai problemi esistenziali.

I cicli di film sono tematici su grandi problemi anche di interesse sociale, quali, ad esempio:

  • Il cinema e l’universo dei sentimenti: le emozioni bloccate e i dolori dell’anima.
  • Il cinema e l’inconscio.
  • Il potere evocativo del cinema: la storia, la leggenda, il mito, il sogno.
  • Il cinema e l’infanzia: un mondo da comprendere e proteggere
  • Il cinema e il disagio giovanile e adolescenziale (scuola, bullismo, droga ecc.)
  • Il cinema e i grandi temi delle relazioni umane: l’amore, la coppia, la solitudine, la gelosia, il tradimento, il senso di colpa, il perdono, la sessualità, la manipolazione, ecc.
  • Il cinema e il potere, i valori e i disvalori della politica
  • Il cinema e la ricchezza della diversità: accoglienza, migrazione, multiculturalità
  • Il cinema e le persone dimenticate: i poveri, gli anziani, i malati, gli emarginati
  • Il cinema, la psicanalisi, i disturbi di personalità e il disagio psichico
  • Il cinema l’antisocialità e la violenza
  • Il cinema e la follia della guerra e delle armi
  • Il cinema come osservatorio delle emergenze planetarie
  • Il cinema come attivatore di buonumore, di speranza e di gioia di vivere

La scelta dei films è guidata dal potere empatico e terapeutico degli stessi film

La presa di coscienza di sé mediante la Cineterapia è conseguente al fatto che ciascuno interpreta il film così come vive la sua dimensione intrapsichica.

La Cineterapia come specchio della propria vita e di quella altrui è anche fattore di cambiamento  nella misura in cui lo spettatore si sperimenta nel suo intimo “dentro”, richiamandosi a un “fuori” filmico, perché  più andiamo nel profondo della vita degli altri, presentata nel film, meglio conosciamo noi stessi.

La Cineterapia ha un’importante funzione come sostegno di tipo psicosociale, come punto di riferimento e spazio simbolico anche per l’aggregazione, intervenendo sulla rete relazionale significativa per lo spettatore.

Per concludere la Cineterapia si è rivelata essere un prezioso strumento per far entrare in relazione l’Io cosciente con il Vero Sé inconscio, dove le potenzialità da sviluppare sono: “amarsi, amare ed essere amati”.

 

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