immagine-inizialeLeslie e Alexander Lowen.

Gli individui radicati, connessi alla terra e all’ambiente naturale,
al loro corpo e alle sue sensazioni, alle persone che amano e a tutte le creature.
L’individuo non radicato è un solitario, una foglia che
è stata separata dall’albero, una creatura senza casa.
Alexander Lowen

 

Secondo l’organizzazione mondiale per la salute (OMS): “La salute non può essere un obiettivo isolato. Il principio guida per il mondo intero, per le nazioni, le regioni o le comunità deve essere sempre il sostegno reciproco: dobbiamo avere cura gli uni degli altri, della nostra comunità e dell’ambiente naturale” (Carta di Ottawa 1986).

Con la Carta di Ottawa inizia a prender forma la visione di un sistema ecologico, energetico e collettivo, in cui i due poli, individuo e società, si trovano ad integrarsi dinamicamente.
Questa nuova visione bio-psico-sociale della salute ridefinisce il posto che l’uomo ha nel mondo: la natura è vista come energia in evoluzione, di cui l’essere umano è partecipe come entità autonoma e responsabile tendente al benessere.
Per Lowen, l’energia è fondamentalmente energia corporea, che si esprime nel processo di crescita: “La vita stessa è un processo di crescita che comincia con la nascita del corpo e dei suoi organi, passa per lo sviluppo delle abilità motorie, l’acquisizione delle conoscenze, l’estensione dei rapporti e finisce nella somma di esperienze che chiamiamo saggezza. Questi aspetti della crescita si sovrappongono, perché avvengono in un ambiente naturale, culturale e sociale”
Secondo la definizione di Lowen “la Bioenergertica è un modo di comprendere la personalità in termini dei suoi processi energetici”, intendendo quei processi attraverso i quali l’essere umano carica e scarica energia, che sono: Radicamento, Respirazione, Metabolismo, Movimento ed Espressione.

Gli Esercizi Bioenergetici, favoriscono il contatto con le proprie sensazioni e percezioni, con il proprio respiro ed  il battito cardiaco favorendo una maggiore connessione con le emozioni e i pensieri stimolati dall’ambiente; aumentano la percezione corporea facendo sperimentare fondamentali now moment di cambiamento, sia gradevoli che spiacevoli.
Il presupposto da cui si parte è che lo stress psico-fisico generi sempre tensioni o contrazioni muscolari, che possono essere temporanee oppure divenire vere e proprie contratture croniche, dei “blocchi” che disturbano non solo la salute fisica, ma anche la salute emotiva delle persone.    I blocchi psico-fisici abbassano il livello d’energia e limitano la motilità e la capacità espressiva.
Energia ed autoespressione risultano infatti collegate da una linea diretta: un corpo “scarico” apparterrà ad una persona che avrà difficoltà ad esprimersi, ad essere spontanea e che, a sua volta, limiterà i movimenti, sentirà “meno” perché il suo livello energetico è depresso nel corpo e nella mente.
Le Classi di Esercizi evidenziano due aspetti interdipendenti e interattivi, che potremmo definire aspetto individuale ed aspetto relazionale.

L’aspetto individuale riguarda il fatto che la classe di esercizi bioenergetici, pur essendo un’esperienza fatta in gruppo, si focalizza sull’individuo, ponendo al centro del lavoro il proprio corpo, con l’obiettivo di arrivare a percepire e sciogliere le tensioni muscolari croniche delle difese, combattere lo stress e giungere ad uno stato di vitalità e di piacere.  Risvegliando l’energia del corpo aiutano a superare la paura del cambiamento, le resistenze e l’ansia di esporsi e vedersi attraverso gli occhi degli altri senza sentirsi giudicati.
L’aspetto relazionale riguarda il ruolo centrale occupato dalla comunicazione non-verbale per le funzioni di regolazione interattiva e per prendere contatto con le tensioni e i blocchi.
Gli esercizi bioenergetici quindi aumentano sia l’autostima sia il senso di responsabilità del sapersi mettere in relazione con gli altri.
Possiamo, dunque, parlare di:

  • Classe come “Sequenza di esercizi”: Aspetto Individuale – Connessione con Se stessi;
  • Classe come “Gruppo di persone”: Aspetto Relazionale – Connessione con l’Altro da Sé.

Le Classi di Esercizi Bioenergetici sono una “formula” inventata da Leslie ed Alexander Lowen per poter lavorare in piccoli gruppi, con la guida ed il sostegno di un conduttore, su tensioni e blocchi  muscolari nelle diverse aree del corpo. Le Classi di Esercizi si realizzano con  incontri di gruppo, della durata di un’ora e mezza circa, prevedono un feedback finale ed un numero di partecipanti compreso fra 4 e 20; gli incontri hanno  cadenza settimanale. Le regole condivise consentono la crescita e l’evoluzione del gruppo da un’iniziale posizione diadica di dipendenza allo stabilirsi di sane relazioni sociali.

Gli esercizi si svolgono seguendo il ciclo naturale dell’energia: Tensione-Carica-Scarica-Rilassamento.
Lo scopo degli esercizi è di liberare il corpo dalle tensioni, in modo da permettere all’energia intrappolata nei muscoli contratti di riprendere a fluire ed alle persone di rientrare in contatto con quelle parti di sé, della propria identità corporea ed emotiva, che prima non “sentivano”.
I concetti fondamentali alla base di ogni classe di Esercizi Bioenergetici sono:

  • Vibrazione e Mobilità del corpo: un corpo vivo è in moto costante, viene cioè attraversato da una corrente continua di energia responsabile di vibrazioni e movimenti (volontari ed involontari). Un corpo che non vibra è un corpo morto. “La vibrazione è una manifestazione della vita, il corpo vivo pulsa e la nostra vibrazione è un aspetto delle proprietà che hanno i tessuti viventi di pulsare. Se non ci si spaventa della perdita di controllo, la vibrazione è un benefico sollievo che rilascia le rigidità caratteriali” (Lowen).
  • Grounding/Radicamento: la sensazione di contatto dei piedi con il terreno (radicamento) è conosciuta in Bioenergetica con il nome di Grounding. Il grounding è una sensazione fisica, connessa al senso di sicurezza e di stabilità, alla consapevolezza di “avere i piedi per terra”, che si riflette, secondo il principio d’identità funzionale mente-corpo, nella percezione di sé come individuo radicato nelle proprie radici infantili. Essere grounded significa percepire il piacere di sentirsi vivi e spontanei recuperando la pulsazione degli apparati respiratorio e digerente e dei sistemi cardiocircolatorio e neurovegetativo (simpatico e parasimpatico).
    Essere grounded nel proprio Real Self significa essere spontanei e sentirsi piacevolmente vivi.
    Una classe di esercizi sviluppa il senso del grounding cioè la percezione corporea delle pulsazioni tra inspirazione ed espirazione; il grounding consente la distribuzione dell’energia emotiva tra mente e cuore, equilibrando il principio del Piacere con quello di Realtà, aumentando la capacità di esporsi e mettersi in relazione e modificando il proprio comportamento disfunzionale. Il grounding induce pertanto l’intersoggettività e la co-creazione.

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  • Respirazione: è il nostro primo e più naturale movimento vibratorio, che permette al corpo di espandersi e contrarsi ripetutamente, tramite l’inspirazione e l’espirazione. Mentre nei bambini o negli animali la respirazione segue naturalmente, senza ostacoli, questo movimento ondulatorio e fluido, il modo di respirare degli adulti tende, invece, ad essere turbato da tensioni muscolari croniche, che ne alterano e limitano la portata. Su tali tensioni si lavora all’interno delle classi per ristabilire una respirazione più profonda e spontanea. La pulsazione respiratoria inspirazione – espirazione sblocca la spontaneità e distribuisce l’energia tra mente – cervello e cuore. Respirare insieme sviluppa il senso di “essere con…” che induce il co-creare insieme. Dice Lowen: “Il diritto di essere persona nasce con il primo respiro. L’intensità con cui avvertiamo questo diritto si riflette nel nostro modo di respirare. Se respirassimo tutti come fanno con naturalezza gli animali, il nostro livello energetico sarebbe alto e soffriremmo raramente di stanchezza o depressione cronica. Ma nella nostra cultura il respiro è per lo più poco profondo e si ha la tendenza a trattenerlo. Peggio ancora, non ci si accorge neppure di avere problemi di respirazione. Ci si butta a capofitto nella vita, fermandosi di quando in quando solo per dire agli altri che ‘si ha appena il tempo di respirare’”.
  • Autoespressione: attraverso l’emissione di suoni, l’utilizzo della voce ed il movimento è possibile esprimere se stessi ed affermare il diritto fondamentale all’autoespressione, manifestando liberamente, in un contesto protetto, sensazioni ed emozioni spesso represse o negate durante l’infanzia e poi nell’età adulta. Fondamentale è l’espressione degli occhi che sono i primi a bloccarsi durante l’età evolutiva per effetto di traumi primari e sono gli ultimi a sbloccarsi in età adulta.

In concreto le  Classi di Esercizi Bioenergetici risultano funzionali per:

  • Combattere lo stress;
  • Aumentare le vibrazioni e l’armonia del corpo;
  • Rendere più profonda la respirazione;
  • Aumentare il proprio grounding, ovvero la sensazione di sentirsi radicati nelle proprie gambe, nel corpo e, ad un livello più profondo, nella terra e nella propria esistenza;
  • Aumentare il livello di vitalità, spontaneità e autenticità personale;
  • Rendere più acuta la consapevolezza di sé;
  • Integrare il “sentire” al “capire”, favorendo la presa di coscienza del corpo e della sua interazione con la mente;
  • Aumentare la capacità di provare piacere;
  • Scaricare la rabbia e il dolore in un contesto protetto;
  • Esercitare la propria sana aggressività (ad-graedior = andare verso); trasformandola da possibilità distruttiva a possibilità creativa;
  • Esercitare la propria assertività, ovvero la capacità di affermare se stessi e di dire NO;
  • Sperimentare un sentimento di accettazione in coppia e in gruppo senza perdere la propria individualità.

Le Classi di Esercizi Bioenergetici aiutano a “conoscere se stessi” (secondo la massima greca inscritta nel tempio di Apollo a Delfi), il che consente di contattare le proprie potenzialità, i propri limiti, le proprie vulnerabilità, ma anche le aspirazione, la creatività, la spontaneità, il desiderio di libertà, uguaglianza (giustizia) e solidarietà (fratellanza).

“La propria casa è il proprio corpo. Non essere connessi in modo sensibile al proprio corpo vuol dire essere uno spirito disconnesso che fluttua attraverso la vita senza alcun senso di appartenenza. Tutti i pazienti con i quali ho lavorato sentono, in misura maggiore o minore, questa separazione e solitudine; ed è un modo di essere tragico.
L’obbiettivo del mio lavoro terapeutico è aiutare le persone a ritrovare il proprio senso di connessione con la vita e con gli altri e radicarsi è l’unico modo di farlo”.
(Alexander Lowen)